Commento di Leandro Castellani – A occhi chiusi

Terzo capitolo della tua esplorazione cinematografica dell’incontro a due, lui e lei, o viceversa. Stavolta giocato in un ambiente singolare, lontano dalla vita cittadina del primo episodio come dall’universo medievale e musicale del secondo.
Perché stavolta l’ambiente è una stanza-deserto dove, nella solitudine, si gioca un gioco di seduzione-repulsa fra due solitudini con il tramite di due coppe vuote. Un sottile “pas-de- deux danzato in questo vuoto siderale che li circonda, unisce e divide, grazie all’ottima fotografia e luci. Sicuro e raffinato il tuo gusto dell’inquadratura che denuncia la tua cultura cinematografica ma che anche qualcosa che non s’impara, una predisposizione d’origine, direi un talento naturale. Inquadrature e movimenti scanditi nel gioco dei piani e delle composizioni. Un gusto sapiente che ricorda la fotografia di certi classici, così lontana dalla cinepresa parossistica di molto cinema odierno. Sarebbe sciocco bloccarmi su certa limitazione di carattere tecnico, di cui del resto sei ben consapevole, caro Claudio. Se lo facessi sarei fuoristrada. Anche questa fa parte del tuo meraviglioso, appassionante gioco, vissuto con amici che riesci così bene a gestire.

Ciao, Leandro