Parcheggio e Jazz corner

(via Messenger Facebook)

Caro Claudio,
ho visto i tuoi due “corti” con vero piacere, innanzi tutto perché sono la riconferma del tuo amore per il cinema e le sue immagini (e di immagini nei tuoi due film ce ne sono veramente di belle) poi perché hai il senso del racconto e poi ancora – e vorrei dire soprattutto – perché hai il senso dell’inquadratura.

Il mondo, quello del mare invernale che accoglie o respinge un amore o quello del vecchio angolo di paese che accoglie e fa da coro al monologo del sassofono, sono individuati e descritti con pienezza ed efficacia.

Il bianco e nero valorizza il gioco degli orizzonti e delle scansioni, accogliendo con grazia e un po’ di struggimento il racconto dei personaggi. Due preziosi “raccontini” scritti in punta di penna, o di cinepresa se preferisci.

Il limite – se me lo consenti – è quello di un “sonoro” tecnicamente un po’ “impacciato”, specie nel primo dei due film, mentre nel secondo la bella trovata del poeta sassofonista ti permette di trasformare un limite in un elemento portante.

Come sai già, sono un tuo attento spettatore e amico! Alla prossima!

(A proposito dei cortometraggi: Il parcheggio delle bici e Jazz Corner)


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